Chi Sono
L’ultimo anno di liceo, tutto mi ha portato a scegliere una facoltà come Medicina. Così, nonostante mio padre mi dicesse di riflettere bene su una scelta tanto complessa, ho deciso di fare il test d’ingresso alla Sapienza di Roma.
Dopo la maturità sono andato da solo dalla Calabria fino a Roma per studiare, rinunciando all’estate con gli amici. Una volta nella capitale ho capito che l’esame vero non era quello appena superato, ma quello che ancora dovevo sostenere: il test d’ingresso alla facoltà di medicina e chirurgia.
Sono riuscito ad entrare subito, e appena ho iniziato a frequentare i corsi ho capito che medicina era la facoltà per me. Studiavo con passione, divoravo i libri perché ero preso dalla curiosità, volevo sapere e conoscere l’anatomia e le patologie per poterle, un giorno, curare.
Gli anni dell’università sono stati bellissimi, anche se al quinto anno di studi purtroppo quello splendido equilibrio si è interrotto con l’improvvisa perdita di mio padre. È stato difficile riprendere gli studi, ma sapevo che dovevo andare avanti per lui. Nonostante il tempo perso, sono riuscito a laurearmi con una sessione d’anticipo.
Ho conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Roma “Sapienza” nel 2002 e mi sono specializzato in cardiochirurgia presso il Policlinico Umberto I, Università degli studi di Roma nel 2007.
Nel 2006 mi sono trasferito a Bergamo ed ho lavorato presso UOC di Cardiochirurgia e trapianti di cuore degli Ospedali Riuniti di Bergamo.
Ho conseguito inoltre, nell’anno accademico 2007/2008, un Master di II livello in Ecocardiografia clinica presso Università degli Studi di Milano. Nell’anno accademico 2011/2012 ho conseguito un corso di perfezionamento in Diagnosi e Cura dello Scompenso Cardiaco acuto e cronico presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca.
Al termine della specialità ho deciso di rimanere a lavorare a Bergamo anche se i concorsi pubblici erano stati bloccati.
Questo mi ha permesso di iniziare una serie di riflessioni sul mio lavoro e sulla possibilità di avere un maggior rapporto con il paziente, una cosa che la cardiochirurgia in quel momento non mi offriva. Andavo in sala operatoria sia sull’intervento del mattino che su quello del pomeriggio, e spesso e volentieri non avevo modo di parlare con il paziente o seguirlo nel post operatorio perchè già il giorno successivo altri due pazienti avevano bisogno di un intervento, e io ero nuovamente in sala operatoria.
Nel 2009 ho conosciuto il Dott. Staffiere e la mia vita lavorativa è cambiata. Staffiere era il responsabile del servizio di cardiologia della Clinica San Francesco di Bergamo e mi chiese di entrare a far parte del suo staff proprio quando avevo ormai deciso di lasciare la chirurgia e dedicarmi alla diagnostica.
Al termine della specialità ho deciso di rimanere a lavorare a Bergamo anche se i concorsi pubblici erano stati bloccati.
Questo mi ha permesso di iniziare una serie di riflessioni sul mio lavoro e sulla possibilità di avere un maggior rapporto con il paziente, una cosa che la cardiochirurgia in quel momento non mi offriva. Andavo in sala operatoria sia sull’intervento del mattino che su quello del pomeriggio, e spesso e volentieri non avevo modo di parlare con il paziente o seguirlo nel post operatorio perchè già il giorno successivo altri due pazienti avevano bisogno di un intervento, e io ero nuovamente in sala operatoria.
Nel 2009 ho conosciuto il Dott. Staffiere e la mia vita lavorativa è cambiata. Staffiere era il responsabile del servizio di cardiologia della Clinica San Francesco di Bergamo e mi chiese di entrare a far parte del suo staff proprio quando avevo ormai deciso di lasciare la chirurgia e dedicarmi alla diagnostica.
Ho avuto la possibilità di fare attività ambulatoriale cardiologica e seguire il reparto di cardiologia della sua clinica, vivendo finalmente quel rapporto medico-paziente fatto di dialogo e scambio di opinioni. Era ciò che volevo fare a quel tempo, e che non ho mai smesso di fare con passione.
Ho deciso di aprire uno studio tutto mio per offrire ai pazienti la possibilità di essere seguiti così come io avrei voluto seguirli nel percorso di cura, perseguendo la mission di far comprendere al paziente, ed ai familiari, l’importanza del percorso di cura, e avere un punto di riferimento in caso di problemi cardiologici.
Oggi mi occupo prevalentemente di prevenzione cardiovascolare, di ipertensione arteriosa, di scompenso cardiaco e di cardioncologia.
Da tempo mi occupo anche di cardioncologia, una branca della medicina che unisce le specialità di cardiologia e oncologia e permette una stratificazione del rischio cardiologico a cui va incontro il paziente che deve essere sottoposto a chemioterapia.
In questi anni sono stato sostenuto costantemente da Paola, che attualmente gestisce tutti gli aspetti non medici dello studio, e la cui presenza è fondamentale per il buon funzionamento delle attività giornaliere, ma anche per assistermi nel supporto ai pazienti.
Questa è la mia storia, è il mio sogno personale. Mi ritengo fortunato per aver potuto costruire questa realtà, donando la mia esperienza, il mio percorso, i miei studi alle persone che ne hanno bisogno.
Sono contento di essere il cardiologo dei miei pazienti, anche se spesso (come mi piace dire a loro) il cardio-psicologo deve solo saper ascoltare i problemi di chi ha di fronte. Supportare i pazienti e comprenderli infonde fiducia e tranquillità, ancor prima di una visita o di un elettrocardiogramma.